CATALOGO MIA Febbraio 2011.

E’ difficile definire la poetica di un autore come Edoardo Romagnoli perché il suo è un percorso espressivo complesso che ha toccato diversi piani passando dal fascino della descrizione architettonica all’indagine sul mistero della natura fino alla ricerca di un ritmo narrativo personalissimo che, allontanandosi dal reportage, approda a sequenze di sapore concettuale. Il tutto sempre e comunque creato con una particolare attenzione alla qualità dell’immagine come di una stampa fine art rigorosamente realizzata. La vera cifra che meglio descrive il fotografo è quella di una ricerca giocata sui toni di una evanescenza visionaria dove un ruolo centrale è affidato alla luce, in particolare a quella della luna, un soggetto inseguito fin dal 1990. Con il corpo celeste Romagnoli crea un rapporto simbiotico particolare fatto di suggestioni e complicità e di cui noi siamo chiamati ad essere partecipi in quanto osservatori. Se la luna si muove nel cielo spiazzando ogni volta chi la cerca, il fotografo asseconda ed anzi accentua i suoi movimenti spostando consapevolmente lui stesso la fotocamera mentre scatta così da trasformare il brillío lunare in una scia luminosa che ora attraversa lo spazio verticalmente, ora emerge dallo sfondo di una esplosione di misteriosi frammenti luminescenti. Il gioco è complesso e seducente: l’astro lascia dietro di sé una scia, punta verso la superficie del mare che la riflette ma poi vira, cambia direzione, si avvita fino a creare segni di un’esile quanto misteriosa geometria. Talvolta, per un attimo, la luna sembra fermarsi e Romagnoli la coglie come se si fosse impigliata fra i rami degli alberi da cui occhieggia. Poi decide di lasciarla ma solo per ritrovarla, all’alba, come una vera signora del cielo che stavolta si sdoppia e si moltiplica, tesa sull’orizzonte di un azzurro lieve, bella e libera di inseguire un percorso lineare di assoluta purezza.

Roberto Mutti